L'unità di Dio in Descartes

Detalhes bibliográficos
Autor(a) principal: Agostini, Igor
Data de Publicação: 2016
Tipo de documento: Artigo
Idioma: por
Título da fonte: Educação e Filosofia
Texto Completo: https://seer.ufu.br/index.php/EducacaoFilosofia/article/view/30737
Resumo: [1] *Sigle: B = René Descartes . Tutte le lettere 1619 - 1650 (2005), a cura di G. Belgioioso, con la collaborazione di I. Agostini, F. Marrone, F. A. Meschini, M. Savini e di J. - R. Armogathe, Bompiani, Milano, 2009; B Op I = René Descartes. Opere 1637 - 1649, a cura di G. Belgioioso, con la collaborazione di I. Agostini, F. Marrone, M. Savini, Bompiani, Milano, 2009; B Op II = René Descartes. Opere postume. 1650 - 2009, a cura di G. Bel­gioioso, con la collaborazione di I. Agostini, F. Marrone, M. Savini, Bompiani, Milano, 2009. Il presente articolo riprende, con alcune modifiche ed aggiornamenti bibliografici, la sezione centrale della mia tesi di Dottorato, Ne quidem ratione. Infinità e unità di Dio in Descartes, pubblicata on - line per i tipi di Conteditore, Lecce, 2004. Ad undici anni di distanza, condivido ancora la lettura, che lì proponevo, della dottrina cartesiana dell'indi­stinzione degli attributi divini, ma sono sempre più convinto del valore soltanto ipotetico di un'interpretazione, come quella da me tentata, della metafisica di Descartes in controluce alle dottrine scolastiche. Dicendo questo, non intendo semplicemente sostenere che i testi scolastici da me utilizzati non debbono in alcun modo essere considerati, in assenza di una verifica filologica, fonti della dottrina cartesiana, ma, ben più radicalmente, che considero meramente indiziaria anche la stessa connessione concettuale storica e concettuale: detto altrimenti, la tesi che Descartes elabori la teoria dell'indistinzione degli attributi divini a partire da una riflessione diretta sulle dottrine scolastiche, che quindi ne costituirebbero l'orizzonte di comprensione storico, resta, anche una volta stabilito che quello che non si intende fare non è un discorso di fonti, una pura ipotesi, soggetta altresì al rischio, sullo stesso piano teoretico, di una sovrapposizione di problematiche il cui nesso è da dimostrare. Ritengo peraltro che a tale difficoltà sia soggetta una parte imponente della letteratura critica cartesiana che, dopo gli studi pionieri di Etienne Gilson, ha senza sosta indagato il tema dei rapporti fra Descartes e la cultura scolastica: se, all'epoca di Gilson, occorreva sbarazzarsi della tesi, di ascendenza hegeliana, difesa ancora in Francia da Octave Hamelin, secondo cui Descartes "vient après les Anciens, presque comme s'il n'y avait rien entre eux et lui" (Hamelin, O. Le système de Descartes (1911) Paris: Alcan, 19212, p. 15), oggi, dopo oltre un secolo, il rischio è forse quello, opposto, di una tendenza eccessiva, se non adeguatamente bilanciata sul piano metodologico, a radicalizzare la contestualizzazione del pensiero di Descartes nella cultura scolastica. Ecco perché la riproposizione, oggi, di un nuovo Index scolastico - cartésien, sollecitata del resto dallo stesso Gilson, può avere a mio avviso senso solo se l'Index stesso è inteso secondo il modello storiografico e metodologico della storia delle idee, e, pertanto, da un lato, non vincolato alla categoria di fonte (e neppure a quella possibile fonte), e, dall'altro, inteso a documentare precisamente la "persistenza", la "continuità e […] presenza" di dottrine antiche e medievali e della cultura del XVII secolo (Gregory, T. Speculum naturale. Percorsi del pensiero medievale, Roma: Edizioni di Storia e Letteratura, 2007. p. 192 - 193). *Professor de Filosofia da Universidade do Salento (Lecce).L'unità di Dio in DescartesResumo: Neste artigo proponho uma releitura cartesiana da indistinção dos atributos de Deus. Ele visa mostrar a conexão entre a tese da indistinção dos atributos de Deus ne quidem ratione apresentada por Descartes na carta a Marin Mersenne de 15 de abril de 1630 e a tese da unidade de Deus da Terceira Meditação. Essa conexão se funda sobre a doutrina da ideia clara e distinta de Deus. Essa releitura é condu­zida aqui à luz de uma análise dos debates escolásticos contemporâneos sobre os atributos de Deus e leva a uma interpretação da teoria da ideia clara e distinta e da unidade de Deus nos termos da afirmação de uma inclusão explícita dos atributos na ideia de Deus. Nessa perspectiva, a simplicidade de Deus, que é para Tomás de Aquino o primeiro atributo de Deus, torna - se em Descartes o último atributo, na medida em que contém todos os outros, como o mostrarão certos desenvolvimentos do cartesianismo.Palavras-chave: Descartes. Deus. Unidade. Atributos. L'unità di Dio in DescartesRésumé: Dans cette article je propose une relecture de la doctrine cartésienne de l'indistinction des attributs de Dieu. Il vise à montrer la connexion entre la thèse de l'indistinction ne quidem ratione, avancée par Descartes dans la lettre à Marin Mersenne du 15 avril 1630, et la thèse de l'unité de Dieu de la troisième Méditation. Cette connexion se fonde sur la doctrine de l'idée claire et distincte de Dieu. Cette relecture est conduite ici à la lumière d'une analyse des débats scolastiques contemporains sur les attributs de Dieu et aboutit à une interprétation de la théorie de l'idée claire et distincte et de l'unité de Dieu dans les termes de l'affirmation d'une inclusion explicite des attributs dans l'idée de Dieu. Dans cette perspective, la simplicité de Dieu, qui est pour Thomas d'Aquin le premier attribut de Dieu, devient chez Descartes le der­nier attribut, en tant que contenant tous les autres, comme le montreront certains développements du cartésianisme.Mots-clés: Descartes. Dieu. Unité. Attributs.Data de registro: 01/07/2015Data de aceite: 30/07/2015
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Ad undici anni di distanza, condivido ancora la lettura, che lì proponevo, della dottrina cartesiana dell'indi­stinzione degli attributi divini, ma sono sempre più convinto del valore soltanto ipotetico di un'interpretazione, come quella da me tentata, della metafisica di Descartes in controluce alle dottrine scolastiche. Dicendo questo, non intendo semplicemente sostenere che i testi scolastici da me utilizzati non debbono in alcun modo essere considerati, in assenza di una verifica filologica, fonti della dottrina cartesiana, ma, ben più radicalmente, che considero meramente indiziaria anche la stessa connessione concettuale storica e concettuale: detto altrimenti, la tesi che Descartes elabori la teoria dell'indistinzione degli attributi divini a partire da una riflessione diretta sulle dottrine scolastiche, che quindi ne costituirebbero l'orizzonte di comprensione storico, resta, anche una volta stabilito che quello che non si intende fare non è un discorso di fonti, una pura ipotesi, soggetta altresì al rischio, sullo stesso piano teoretico, di una sovrapposizione di problematiche il cui nesso è da dimostrare. Ritengo peraltro che a tale difficoltà sia soggetta una parte imponente della letteratura critica cartesiana che, dopo gli studi pionieri di Etienne Gilson, ha senza sosta indagato il tema dei rapporti fra Descartes e la cultura scolastica: se, all'epoca di Gilson, occorreva sbarazzarsi della tesi, di ascendenza hegeliana, difesa ancora in Francia da Octave Hamelin, secondo cui Descartes "vient après les Anciens, presque comme s'il n'y avait rien entre eux et lui" (Hamelin, O. Le système de Descartes (1911) Paris: Alcan, 19212, p. 15), oggi, dopo oltre un secolo, il rischio è forse quello, opposto, di una tendenza eccessiva, se non adeguatamente bilanciata sul piano metodologico, a radicalizzare la contestualizzazione del pensiero di Descartes nella cultura scolastica. Ecco perché la riproposizione, oggi, di un nuovo Index scolastico - cartésien, sollecitata del resto dallo stesso Gilson, può avere a mio avviso senso solo se l'Index stesso è inteso secondo il modello storiografico e metodologico della storia delle idee, e, pertanto, da un lato, non vincolato alla categoria di fonte (e neppure a quella possibile fonte), e, dall'altro, inteso a documentare precisamente la "persistenza", la "continuità e […] presenza" di dottrine antiche e medievali e della cultura del XVII secolo (Gregory, T. Speculum naturale. Percorsi del pensiero medievale, Roma: Edizioni di Storia e Letteratura, 2007. p. 192 - 193). *Professor de Filosofia da Universidade do Salento (Lecce).L'unità di Dio in DescartesResumo: Neste artigo proponho uma releitura cartesiana da indistinção dos atributos de Deus. Ele visa mostrar a conexão entre a tese da indistinção dos atributos de Deus ne quidem ratione apresentada por Descartes na carta a Marin Mersenne de 15 de abril de 1630 e a tese da unidade de Deus da Terceira Meditação. Essa conexão se funda sobre a doutrina da ideia clara e distinta de Deus. Essa releitura é condu­zida aqui à luz de uma análise dos debates escolásticos contemporâneos sobre os atributos de Deus e leva a uma interpretação da teoria da ideia clara e distinta e da unidade de Deus nos termos da afirmação de uma inclusão explícita dos atributos na ideia de Deus. Nessa perspectiva, a simplicidade de Deus, que é para Tomás de Aquino o primeiro atributo de Deus, torna - se em Descartes o último atributo, na medida em que contém todos os outros, como o mostrarão certos desenvolvimentos do cartesianismo.Palavras-chave: Descartes. Deus. Unidade. 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Dicendo questo, non intendo semplicemente sostenere che i testi scolastici da me utilizzati non debbono in alcun modo essere considerati, in assenza di una verifica filologica, fonti della dottrina cartesiana, ma, ben più radicalmente, che considero meramente indiziaria anche la stessa connessione concettuale storica e concettuale: detto altrimenti, la tesi che Descartes elabori la teoria dell'indistinzione degli attributi divini a partire da una riflessione diretta sulle dottrine scolastiche, che quindi ne costituirebbero l'orizzonte di comprensione storico, resta, anche una volta stabilito che quello che non si intende fare non è un discorso di fonti, una pura ipotesi, soggetta altresì al rischio, sullo stesso piano teoretico, di una sovrapposizione di problematiche il cui nesso è da dimostrare. 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Atributos. L'unità di Dio in DescartesRésumé: Dans cette article je propose une relecture de la doctrine cartésienne de l'indistinction des attributs de Dieu. Il vise à montrer la connexion entre la thèse de l'indistinction ne quidem ratione, avancée par Descartes dans la lettre à Marin Mersenne du 15 avril 1630, et la thèse de l'unité de Dieu de la troisième Méditation. Cette connexion se fonde sur la doctrine de l'idée claire et distincte de Dieu. Cette relecture est conduite ici à la lumière d'une analyse des débats scolastiques contemporains sur les attributs de Dieu et aboutit à une interprétation de la théorie de l'idée claire et distincte et de l'unité de Dieu dans les termes de l'affirmation d'une inclusion explicite des attributs dans l'idée de Dieu. 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