CONTINUITÀ - Lettura ed interpretazione del territorio come palinsesto
Autor(a) principal: | |
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Data de Publicação: | 2016 |
Tipo de documento: | Dissertação |
Idioma: | ita |
Título da fonte: | Repositório Científico de Acesso Aberto de Portugal (Repositórios Cientìficos) |
Texto Completo: | http://hdl.handle.net/11144/2646 |
Resumo: | “la natura è ciò che la cultura designa come tale” Il territorio è il risultato di diversi processi di trasformazione: da un lato è soggetto all’ incessante azione dei fenomeni della natura, immutabile, dall’ altro viene trasformato dall’ uomo, sin dall’ antichità, secondo le proprie necessità ed i suoi bisogni. Il territorio è dunque il palinsesto delle tracce del passato, di un susseguirsi di linguaggi che si sono sovrapposti nel corso del tempo; è una costruzione stratigrafica che risponde alle diverse fasi dello sviluppo dell’ uomo. Ne risulta però difficile una lettura continua, una comprensione totale: il territorio è un prodotto artficiale i cui testi, intesi come linguaggi, si stratificano riscrivendosi su se stessi, come nell’ accezione filologica del palinsesto inteso come pagina manoscritta che è stata scritta, cancellata e scritta nuovamente dove la comprensione del testo antico era, nel piu dei casi, ormai impossibile. Il primo intento del lavoro di tesi è di trovare un percorso di contininuità, inteso come possibilità di lettura, del territorio e della città come palinsesto, più specificatamente come sovraccarico dei testi; di fatti il lavoro cerca ed indaga la continuità tra i vari livelli (stratigrafici) dell’ ipertesto attraverso lo studio delle permanenze, intese come quegli elementi che grazie alla propria capacità di adattarsi alla trasformazione del territorio e della città ne accompagnano e influenzano lo sviluppo, rappresentando gli elmenti decodificatori che permettono di muoversi tra i vari livelli dell’ ipertesto e ne garantiscono la lettura. Nella trattazione del tema si è scelto di confrontarsi con quanto espresso nell’ “Architettura della città” di Aldo Rossi, considerando la stessa come permanenza, ovvero come tema che, a cinquanta anni dalla sua prima pubblicazione, si è imposto come elemento di continuità nella comprensione dell’ argomento. Le permanenze, grazie alla capacità di trasformarsi e adattarsi, così come depositari della memoria delle trasformazioni, rappresentano la condizione di continuità nella storia della città e costituiscono l’elemento in cui l’uomo può identificarsi e ritrovare il suo essere parte della storia dell’uomo; infatti attraverso i segni del proprio passato l’ uomo stesso si identifica come parte di un processo storico, in continua evoluzione. La coscienza dell’uomo è data dalla consapevolezza di sé e del suo passato. Infine l’intento del lavoro, una volta compreso il processo di continuità come lettura della città quale palinsesto, è stato quello di comprendere quale sia il significato dell’inserimento nel territorio delle permanenze e come dare continuità a tale processo di trasformazione. Senza trasformazione non vi è continuità. |
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