Il design visivo della violenza all’infanzia
Autor(a) principal: | |
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Data de Publicação: | 2013 |
Tipo de documento: | Artigo |
Idioma: | ita |
Título da fonte: | Repositório Científico de Acesso Aberto de Portugal (Repositórios Cientìficos) |
Texto Completo: | http://hdl.handle.net/10400.11/6137 |
Resumo: | SOMMARIO: La violenza all’infanzia è un drammatico problema ancora sommerso nonostante sia un fenomeno diffuso in tutto il mondo, che investe trasversalmente vari modelli culturali e diverse classi sociali. Molte campagne di comunicazione sociale hanno restituito in forma visiva gli aspe delle brutalità verso i minori, impiegando particolari lessici e sistemi comunicativi, che appaiono come un “vocabolario visivo” del precario stato emotivo e psicologico generato nei bambini da atti di violenza e abusi. Un vocabolario capace di stimolare, più di esortazioni orali o scrie, riflessioni profonde, araverso apparati che diventano riflessi di drammi, richiamando, in molti casi, lo stato nel quale la vima dell’abuso è costreta e le molteplici derive ed effeti connessi al fenomeno. Sono espressioni del design per la comunicazione sociale, che si realizzano atraverso delle metafore visive, connotate da registri narrativi, differenziati secondo le declinazioni che può assumere la violenza all’infanzia e condizionati dalla cultura nella quale questa viene praticata, che, oltre a denunciare il fenomeno, lo raccontano, offrendo all’osservatore l’occasione di ampliare gli spazi di riflessione. |
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Il design visivo della violenza all’infanziaDesign visivoDesign per la comunicazione socialeCampagne di comunicazione non convenzionaleSocial designVisual designSocial communication designUnconventional campaignsSOMMARIO: La violenza all’infanzia è un drammatico problema ancora sommerso nonostante sia un fenomeno diffuso in tutto il mondo, che investe trasversalmente vari modelli culturali e diverse classi sociali. Molte campagne di comunicazione sociale hanno restituito in forma visiva gli aspe delle brutalità verso i minori, impiegando particolari lessici e sistemi comunicativi, che appaiono come un “vocabolario visivo” del precario stato emotivo e psicologico generato nei bambini da atti di violenza e abusi. Un vocabolario capace di stimolare, più di esortazioni orali o scrie, riflessioni profonde, araverso apparati che diventano riflessi di drammi, richiamando, in molti casi, lo stato nel quale la vima dell’abuso è costreta e le molteplici derive ed effeti connessi al fenomeno. Sono espressioni del design per la comunicazione sociale, che si realizzano atraverso delle metafore visive, connotate da registri narrativi, differenziati secondo le declinazioni che può assumere la violenza all’infanzia e condizionati dalla cultura nella quale questa viene praticata, che, oltre a denunciare il fenomeno, lo raccontano, offrendo all’osservatore l’occasione di ampliare gli spazi di riflessione.ABSTRACT: Violence and abuses of chilhood are a dramatic issue neglected even if widely diffused all over the world crossing all cultures and social status. Many social communication campaigns faced this issue and visually represented all the aspects of brutality toward children, through a specific visual lexicon of the altered emotional and psychological condition abused children feel. This lexicon stimulates a deep reflection, through its means and meanings, the condition the victim experiences and the consequences connected to the phenomenon. These forms of design for social communication are possible through visual metaphors featuring a narrative language properly declined after the violence to childhood in relation to the cultural context of the abuse/violence that reports the offense and gives the audience further elements to meditate on.IPCB. ESARTRepositório Científico do Instituto Politécnico de Castelo BrancoOppedisano, F.2018-07-17T19:52:10Z20132013-01-01T00:00:00Zinfo:eu-repo/semantics/publishedVersioninfo:eu-repo/semantics/articleapplication/pdfhttp://hdl.handle.net/10400.11/6137itaOPPENDISANO, F. (2013) - Il design visivo della violenza all’infanzia. .). Convergências : Revista de Investigação e Ensino das Artes. ISSN 1646 - 9054. Vol. VII, nº 13.1646 - 9054info:eu-repo/semantics/openAccessreponame:Repositório Científico de Acesso Aberto de Portugal (Repositórios Cientìficos)instname:Agência para a Sociedade do Conhecimento (UMIC) - FCT - Sociedade da Informaçãoinstacron:RCAAP2023-01-16T11:45:49Zoai:repositorio.ipcb.pt:10400.11/6137Portal AgregadorONGhttps://www.rcaap.pt/oai/openaireopendoar:71602024-03-19T16:36:49.227422Repositório Científico de Acesso Aberto de Portugal (Repositórios Cientìficos) - Agência para a Sociedade do Conhecimento (UMIC) - FCT - Sociedade da Informaçãofalse |
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SOMMARIO: La violenza all’infanzia è un drammatico problema ancora sommerso nonostante sia un fenomeno diffuso in tutto il mondo, che investe trasversalmente vari modelli culturali e diverse classi sociali. Molte campagne di comunicazione sociale hanno restituito in forma visiva gli aspe delle brutalità verso i minori, impiegando particolari lessici e sistemi comunicativi, che appaiono come un “vocabolario visivo” del precario stato emotivo e psicologico generato nei bambini da atti di violenza e abusi. Un vocabolario capace di stimolare, più di esortazioni orali o scrie, riflessioni profonde, araverso apparati che diventano riflessi di drammi, richiamando, in molti casi, lo stato nel quale la vima dell’abuso è costreta e le molteplici derive ed effeti connessi al fenomeno. Sono espressioni del design per la comunicazione sociale, che si realizzano atraverso delle metafore visive, connotate da registri narrativi, differenziati secondo le declinazioni che può assumere la violenza all’infanzia e condizionati dalla cultura nella quale questa viene praticata, che, oltre a denunciare il fenomeno, lo raccontano, offrendo all’osservatore l’occasione di ampliare gli spazi di riflessione. |
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