Il concetto di grazia nel pensiero del primo Lukács

Detalhes bibliográficos
Autor(a) principal: Giancarli, Bruno
Data de Publicação: 2016
Tipo de documento: Dissertação
Idioma: ita
Título da fonte: Repositório Científico de Acesso Aberto de Portugal (Repositórios Cientìficos)
Texto Completo: http://hdl.handle.net/10451/26123
Resumo: Obiettivo della tesi è indagare la produzione del primo Lukács a partire della categoria di Grazia. Quel che la tesi dimostrerà è che la Grazia rappresenta l'unico concetto capace di restituire un'analisi unitaria del primo Lukács da Storia del dramma moderno a Storia e coscienza di Classe, permettendo allo stesso tempo di spiegare la sua iscrizione nel partito comunista. Parallelamente, il concetto di Grazia aiuta ad unire vita e opera dell'autore, come mostrano puntuali corrispondenze con diario e lettere. In primo luogo, verranno definiti i limiti della divisione in un primo e secondo Lukács, per poi indagare cosa si intenda nello specifico con Grazia, e come questa rappresenti una categoria fondamentale nell'anticapitalismo romantico della prima parte del secolo XX (capitolo 1). A partire da questa base, si analizzerà il concetto di Grazia nella storia del dramma moderno, in particolare in Hebbel, Ibsen e Ernst (capitolo 2), e nel dramma non-tragico (capitolo 3). Dati gli esiti negativi di questa ricerca, si mostrerà l'approccio antitetico ma parallelo nel terreno dell'epos, ovverosia del romanzo (capitolo 4) e dell'opera di Dostoevskij (capitolo 5). Se il romanzo nasce dall'impossibilità della Grazia, e per questo si basa nella categoria dell'ironia, Dostoevskij è il primo autore che riesce a porre una Grazia reale ed attuale. Verrà poi analizzato il concetto di Bontà in quanto Grazia (capitolo 6), che deriva dalle analisi tanto del dramma non-tragico quanto dell'epos di Dostoevskij. A partire dal fallimento dell'identificazione della Grazia come bontà, per il suo non essere una categoria fondata in una filosofia della storia, si analizzerà la conversione al comunismo di Lukács, mediata da una riflessione sull'atto terrorista-rivoluzionario, nei termini di una Grazia che lentamente cessa di essere tale.
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