Alasdair MacIntyre: Persona e Personalismo

Detalhes bibliográficos
Autor(a) principal: Carsillo, Rocco
Data de Publicação: 2013
Tipo de documento: Artigo
Idioma: por
Título da fonte: Pensando
Texto Completo: https://revistas.ufpi.br/index.php/pensando/article/view/1413
Resumo: MacIntyre è il grande avversario lottatore contro modernità e post-modernità. Egli scopre, ed argomenta, che all'origine della affermazione "moderna" c'è una grande truffa fondata sulla presunzione di liberarsi dalla soggezione alla storia, intesa sia come Tradizione sia come metodo con una sua epistemologia per comprendere l'uomo e il suo operare. L'epilogo di tale pretesa è sotto gli occhi: un razionalismo autoreferenziale che non ha più contatto con la realtà e che proprio per questo si riduce a delirio di onnipotenza o di potenza decaduta per resistenza indebita di storia e tradizioni "portatrici solo di oscurantismo!". La realtà porta, invece, a scoprire l'identità dell'uomo come «io» contestualizzato, che nasce da una storia, una storia di amore, e si realizza in un contesto di condizioni e condizionamenti, con cui bisogna sempre fare i conti se si desidera essere lealmente attenti a cogliere le notizie che da essa provengono per comprendere chi è questo essere speciale e particolare. Anche altri filosofi hanno risposto alla "pretesa modernista", però spesso o con un atteggiamento di «falso irenismo», teorizzando un dialogo con cui, prendendo a prestito il metodo illuministico, si è cercato di asserirne "dialetticamente" la falsità, cercando di trattenerne, invece, "le cose buone"; oppure ponendosi come pensatori alternativi al pensiero "comunista" distruttore della «comunità» e della «persona». Secondo MacIntyre, l'errore di questi è nel non aver inteso che la falsità "moderna" è proprio nel suo metodo che ha posto come a-priori non negoziabile, in ogni riflessione e ricerca, il rifiuto della storia, della concretezza, del particolare, della tradizione, propugnando che solo la "spersonalizzazione", la "universalizzazione", insomma: solo il regno della "ragion pura" e auto-purificatasi ha ragione e dignità di essere l'a-priori per eccellenza nella ricerca filosofica. Il «personalismo», nella versione europea, non raramente è incorso in questa confusione.  
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