A condição da vida humana: perspectiva ética em Giorgio Agamben
Autor(a) principal: | |
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Data de Publicação: | 2017 |
Tipo de documento: | Dissertação |
Idioma: | por |
Título da fonte: | Manancial - Repositório Digital da UFSM |
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Texto Completo: | http://repositorio.ufsm.br/handle/1/21978 |
Resumo: | Questo studio si propone di presentare la prospettiva etica che opera nel progetto filosofico di Giorgio Agamben. Al fine di sostenere le tesi che saranno di seguito esposte, in primo luogo si analizza la condizione della vita umana esposta alla logica biopolitica, una logica ispirata dall’amministrazione giuridica, economica, politica e tecnica della vita. La comprensione di questo scenario, rende possibile il passaggio al fulcro dell’indagine: ci sono prospettive per una forma-di-vita etica e felice? Se possibile, quali condizioni? Al fine di illustrare le conseguenze del pensare l'etica nel contesto della biopolitica, in secondo momento, la ricerca approfondisce l'importanza dell’esperienza di Auschwitz, luogo per eccellenza della produzione e trasformazione dell’uomo in non-uomo. Con spavento, ci si può rendere conto che la struttura giuridico-politica di Auschwitz risulta ancora attuale. Ora, ci addentriamo in una idea di umano nella quale, secondo Agamben, ciò che conosciamo come umano è il frutto di una decisione politica. L’ipotesi avanzata identifica l’uomo come un essere che può la sua propria impotenza, è a partire dalla potenza-del-no che l’etica è pensata. In terzo momento, la ricerca difende l’idea che l’etica non può essere ridotta a norme e doveri. Il dovere esonera il funzionario dai suoi atti, e di conseguenza separa la vita dall’azione, la coscienza soggettiva dalla funzione esercitata. L’esempio emblematico di questa cesura è Eichmann, un funzionario esemplare che seguiva soltanto ordini e regolamenti e che ha invocato questo nella sua difesa quando viene caricato di responsabilità. Contro questo paradigma la prospettiva etica che si può rilevare in Agamben è la costruzione di una forma-di-vita con un potenziale di resistenza ai dispositivi biopolitici. Pensare all’etica ha senso soltanto se non si prende come riferimento la legge, dal momento che, se l’uomo fosse o dovesse assumere una determinata sostanza o un determinato destino non ci sarebbe esperienza etica ma solo doveri da compiere. La forma-di- vita è la vita capace di dare forma al suo modo di vivere senza rimanere intrappolata nei dispositivi che pianificano la nostra società. Sebbene Agamben non abbia sviluppato un vero sistema teorico sul tema dell’etica, il suo progetto filosofico non la ignora. In tal senso, etica è la forma-di-vita che non si assoggetta docilmente a standard prestabiliti, nella misura in cui essa crea la regola e non il contrario. La regola è ridotta ad una direzione esterna della vita scelta. Risulta dunque essenziale la forma in cui ogni soggetto struttura e organizza i suoi comportamenti. È quest’ultima scelta essenziale nella costruzione della soggettività. |
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A condição da vida humana: perspectiva ética em Giorgio AgambenLa condizione della vita umana: prospettiva ética in Giorgio AgambenThe condition of human life: an ethical perspective in Giorgio AgambenAgambenBiopolíticaÉticaPotênciaDestituinteInoperosidadeHomo sacerLa biopoliticaPotenzaBiopoliticsEthicsPotentialDeponentInoperabilityCNPQ::CIENCIAS HUMANAS::FILOSOFIAQuesto studio si propone di presentare la prospettiva etica che opera nel progetto filosofico di Giorgio Agamben. Al fine di sostenere le tesi che saranno di seguito esposte, in primo luogo si analizza la condizione della vita umana esposta alla logica biopolitica, una logica ispirata dall’amministrazione giuridica, economica, politica e tecnica della vita. La comprensione di questo scenario, rende possibile il passaggio al fulcro dell’indagine: ci sono prospettive per una forma-di-vita etica e felice? Se possibile, quali condizioni? Al fine di illustrare le conseguenze del pensare l'etica nel contesto della biopolitica, in secondo momento, la ricerca approfondisce l'importanza dell’esperienza di Auschwitz, luogo per eccellenza della produzione e trasformazione dell’uomo in non-uomo. Con spavento, ci si può rendere conto che la struttura giuridico-politica di Auschwitz risulta ancora attuale. Ora, ci addentriamo in una idea di umano nella quale, secondo Agamben, ciò che conosciamo come umano è il frutto di una decisione politica. L’ipotesi avanzata identifica l’uomo come un essere che può la sua propria impotenza, è a partire dalla potenza-del-no che l’etica è pensata. In terzo momento, la ricerca difende l’idea che l’etica non può essere ridotta a norme e doveri. Il dovere esonera il funzionario dai suoi atti, e di conseguenza separa la vita dall’azione, la coscienza soggettiva dalla funzione esercitata. L’esempio emblematico di questa cesura è Eichmann, un funzionario esemplare che seguiva soltanto ordini e regolamenti e che ha invocato questo nella sua difesa quando viene caricato di responsabilità. Contro questo paradigma la prospettiva etica che si può rilevare in Agamben è la costruzione di una forma-di-vita con un potenziale di resistenza ai dispositivi biopolitici. Pensare all’etica ha senso soltanto se non si prende come riferimento la legge, dal momento che, se l’uomo fosse o dovesse assumere una determinata sostanza o un determinato destino non ci sarebbe esperienza etica ma solo doveri da compiere. La forma-di- vita è la vita capace di dare forma al suo modo di vivere senza rimanere intrappolata nei dispositivi che pianificano la nostra società. Sebbene Agamben non abbia sviluppato un vero sistema teorico sul tema dell’etica, il suo progetto filosofico non la ignora. In tal senso, etica è la forma-di-vita che non si assoggetta docilmente a standard prestabiliti, nella misura in cui essa crea la regola e non il contrario. La regola è ridotta ad una direzione esterna della vita scelta. Risulta dunque essenziale la forma in cui ogni soggetto struttura e organizza i suoi comportamenti. È quest’ultima scelta essenziale nella costruzione della soggettività.This study intends to show an ethical perspective in the philosophical project of Giorgio Agamben. To sustain this thesis, first of all, it is analyzed the condition of human life, exposed to the biopolitics logic, a logic characterized by legal, economic, political management and by the technique of life. Understanding this scenario leads to questioning the following: Are there any perspectives to an ethical and happy style of life? If affirmative, in which conditions? Intending to highlight the challenges to think ethics in a biopolitics context, the research looked into, in a second moment, the actuality of Auschwitz, local for production excellence and transformation of man and non-man. Surprisingly, it will be able to realize that the legal-political structure of Auschwitz remains modern. It is presented the limit in which contemporary biopolitics may reach, which was to produce in a human body the absolute separation between non-man and man. From this thought it is looked into the conception of human from Agamben’s viewpoint, highlighting that what we know as human is a political decision. The hypotheses is that man is a being that shapes his own impotence, being from the potential of no that ethics is placed to be thought. Thirdly, the research deals with the idea that ethics cannot be reduced to rules and regulations. A rule releases an individual from responsibilities for his actions, having as consequence, the separation between life and action, the subjective consciousness and a performed function. An emblematic example of this division is Eichmann, a role model of an employee that has always followed the rules and claimed that in his defense as asked about his responsibility. Against this thinking, the ethical perspective that will be highlighted from Agamben is the one about the construction of a style of life with the potential to resist biopolitical mechanisms. It only makes sense to think about ethics if away from the law, because, if man were or had to be a certain substance or destiny, there would not be ethical experience but duties to be accomplished. The style of life is life able to shape a way of living without being stuck to devices that determine and regulate society. Agamben does not have a systematic ethical theory, but he does not neglect it in his philosophical project. Ethics is the style of life that does not submit easily to previously determined patterns: it is what creates the rule and not the opposite. The rule is an external orientation to a chosen life. The essential is the way by which each person structures, organizes and defines his behaviors. That is what will generate repercussions in the constitution of subjectivity.O presente estudo propõe-se mostrar uma perspectiva ética no projeto filosófico de Giorgio Agamben. Para a fundamentação desta tese, no primeiro momento analisa-se a condição da vida humana, exposta à lógica biopolítica, uma lógica marcada pela administração jurídica, econômica, política e técnica da vida. A compreensão desse cenário levou ao seguinte questionamento: há perspectivas para uma forma-de-vida ética e feliz? Se possível em quais condições? Com o intuito de ressaltar os desafios para pensar a ética no contexto da biopolítica, a pesquisa aprofundou, no segundo momento, a atualidade de Auschwitz, local por excelência da produção e transformação do homem em não-homem. Assombrosamente se poderá perceber que a estrutura jurídica-política de Auschwitz permanece atual. Nele se apresenta o limite no qual a biopolítica contemporânea pode chegar, que foi produzir em um corpo humano a separação absoluta entre o não-homem e o homem. A partir desta reflexão adentra-se na concepção de humano para Agamben destacando que aquilo que conhecemos como humano é uma decisão política. A hipótese é de que o homem é um ser que pode a sua própria impotência, sendo que é a partir da potência-do-não que a ética é pensada. No terceiro momento, a pesquisa trata da ideia de que a ética não pode ser reduzida às normas e deveres. O dever exime o indivíduo de responsabilidade pelos atos, tendo como consequência, a separação entre a vida e a ação, a consciência subjetiva e a função exercida. O exemplo emblemático dessa cisão é Eichmann, um funcionário exemplar que seguia normas e invocou isso em sua defesa quando cobrado na responsabilidade. Contra esse pensamento, a perspectiva ética que destacaremos a partir de Agamben é a da construção de uma forma-de-vida com o potencial de resistência aos dispositivos biopolíticos. Só há sentido pensar a ética se for sem referência à lei, pois, se o homem fosse ou tivesse de ser esta ou aquela substância, este ou aquele destino, não existiria experiência ética e sim deveres a realizar. A forma-de-vida é a vida capaz de dar forma ao seu modo de viver sem ficar presa aos dispositivos que a regem e que regram a sociedade. Agamben não tem uma teoria ética sistematizada, mas ele não a negligencia em seu projeto filosófico. Ética é a forma-de-vida que não se sujeita docilmente a padrões pré-estabelecidos: é ela quem cria a regra e não o contrário. A regra é uma orientação externa à vida escolhida. O fundamental é a forma como cada sujeito estrutura e organiza seus comportamentos e define suas condutas. É isso que terá repercussão na constituição da subjetividade.Universidade Federal de Santa MariaBrasilFilosofiaUFSMPrograma de Pós-Graduação em FilosofiaCentro de Ciências Sociais e HumanasKrassuski, Jair Antôniohttp://lattes.cnpq.br/5559214547314711Chignola, SandroGallina, Albertinho LuizRossatto, Noeli DutraAlves, Marcos AlexandreSalvetti, Ésio Francisco2021-08-17T18:50:49Z2021-08-17T18:50:49Z2017-03-24info:eu-repo/semantics/publishedVersioninfo:eu-repo/semantics/masterThesisapplication/pdfhttp://repositorio.ufsm.br/handle/1/21978ark:/26339/001300000gskvporAttribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 Internationalhttp://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/info:eu-repo/semantics/openAccessreponame:Manancial - Repositório Digital da UFSMinstname:Universidade Federal de Santa Maria (UFSM)instacron:UFSM2022-06-28T17:51:46Zoai:repositorio.ufsm.br:1/21978Biblioteca Digital de Teses e Dissertaçõeshttps://repositorio.ufsm.br/ONGhttps://repositorio.ufsm.br/oai/requestatendimento.sib@ufsm.br||tedebc@gmail.comopendoar:2022-06-28T17:51:46Manancial - Repositório Digital da UFSM - Universidade Federal de Santa Maria (UFSM)false |
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Questo studio si propone di presentare la prospettiva etica che opera nel progetto filosofico di Giorgio Agamben. Al fine di sostenere le tesi che saranno di seguito esposte, in primo luogo si analizza la condizione della vita umana esposta alla logica biopolitica, una logica ispirata dall’amministrazione giuridica, economica, politica e tecnica della vita. La comprensione di questo scenario, rende possibile il passaggio al fulcro dell’indagine: ci sono prospettive per una forma-di-vita etica e felice? Se possibile, quali condizioni? Al fine di illustrare le conseguenze del pensare l'etica nel contesto della biopolitica, in secondo momento, la ricerca approfondisce l'importanza dell’esperienza di Auschwitz, luogo per eccellenza della produzione e trasformazione dell’uomo in non-uomo. Con spavento, ci si può rendere conto che la struttura giuridico-politica di Auschwitz risulta ancora attuale. Ora, ci addentriamo in una idea di umano nella quale, secondo Agamben, ciò che conosciamo come umano è il frutto di una decisione politica. L’ipotesi avanzata identifica l’uomo come un essere che può la sua propria impotenza, è a partire dalla potenza-del-no che l’etica è pensata. In terzo momento, la ricerca difende l’idea che l’etica non può essere ridotta a norme e doveri. Il dovere esonera il funzionario dai suoi atti, e di conseguenza separa la vita dall’azione, la coscienza soggettiva dalla funzione esercitata. L’esempio emblematico di questa cesura è Eichmann, un funzionario esemplare che seguiva soltanto ordini e regolamenti e che ha invocato questo nella sua difesa quando viene caricato di responsabilità. Contro questo paradigma la prospettiva etica che si può rilevare in Agamben è la costruzione di una forma-di-vita con un potenziale di resistenza ai dispositivi biopolitici. Pensare all’etica ha senso soltanto se non si prende come riferimento la legge, dal momento che, se l’uomo fosse o dovesse assumere una determinata sostanza o un determinato destino non ci sarebbe esperienza etica ma solo doveri da compiere. La forma-di- vita è la vita capace di dare forma al suo modo di vivere senza rimanere intrappolata nei dispositivi che pianificano la nostra società. Sebbene Agamben non abbia sviluppato un vero sistema teorico sul tema dell’etica, il suo progetto filosofico non la ignora. In tal senso, etica è la forma-di-vita che non si assoggetta docilmente a standard prestabiliti, nella misura in cui essa crea la regola e non il contrario. La regola è ridotta ad una direzione esterna della vita scelta. Risulta dunque essenziale la forma in cui ogni soggetto struttura e organizza i suoi comportamenti. È quest’ultima scelta essenziale nella costruzione della soggettività. |
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