Quale tipo di famiglia per il futuro?
Autor(a) principal: | |
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Data de Publicação: | 2022 |
Tipo de documento: | Artigo |
Idioma: | por |
Título da fonte: | Diálogos Possíveis |
Texto Completo: | https://revista.grupofaveni.com.br/index.php/dialogospossiveis/article/view/354 |
Resumo: | «Tempora sunt tria praesens de praeteritis, praesens de praesentibus, praesens de futuris […] praesens de praeteritis memoria, praesens de praesentibus contuitus, praesens de futuris exspectatio»93. Questa famosa affermazione de «Le confessioni» diS. Agostino, che ha conosciuto (insieme a tutto l’undicesimo libro della stessa opera) infinite letture ed interpretazioni delle quali sarebbe impossibile dare conto brevemente, risulta tuttavia utile per introdurci direttamente nel tema che ci è stato chiesto diesporre. Chiedersi, infatti, quale tipo di famiglia si dà da pensare, ipotizzare e/o (forse) da sperare per il futuro, è un interrogativo che mette a tema direttamente – prima ancora che la domanda sul “tipo” di famiglia – la questione del futuro e, dunque, quella della temporalità che occorre riconoscere al vivere umano nella famiglia. In altri termini, la questione appartiene a quel complesso di argomentazioni che cercano di rendere intelligibile all’uomo storicamente esistente quella dimensione così fondamentale della sua vita che è rappresentata dalla propria temporalità. Certamente a questa osservazione deve essere subito obiettato che qui non si tratta genericamente di comprendere la temporalità del vivente, ma della famiglia, pertanto la domanda sul futuro della famiglia non può confondersi indistintamente con quella sul futuro dell’uomo, ma deve essere elaborata mantenendo intatta la sua specificità. Contemporaneamente non si può non notare, tuttavia, che, se questa precisazione appare indiscutibile, in maniera altrettanto cogente la dimenticanza che nel futuro della famiglia ne va dell’uomo in quanto tale èaltrettanto dannosa. Parlare della famiglia senza tematizzare quando (e a quali condizioni) in definitiva si possano dichiarare “umani” l’uomo e la donna è, infatti, una dimenticanza che priverebbe qualsiasi considerazione sulla famiglia del risvoltonecessario a comprenderne l’intrinseca plausibilità “umana” della relazione tra i sessi che lì si realizza.In questo senso si capisce come l’aver evocato il suggerimento agostiniano sull’esperienza che l’uomo ha del tempo può risultare utile a rispondere alla domanda del titolo proposto, domanda che a questo punto può essere tranquillamente riformulatasenza correre il rischio di fraintenderne la posta in gioco: indicare quale “tipo” di famiglia ci sarà in futuro è tentare di mostrare quale “tipo” di futuro caratterizza la vita dell’uomo e della donna in famiglia. |
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