Il sistema di informazioni del Portogallo: dal sistema dualistico di sicurezza al concetto monistico di sicurezza nazionale
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Data de Publicação: | 2015 |
Tipo de documento: | Artigo |
Idioma: | ita |
Título da fonte: | Repositório Científico de Acesso Aberto de Portugal (Repositórios Cientìficos) |
Texto Completo: | http://hdl.handle.net/10071/10840 |
Resumo: | Le minacce transnazionali sorte dopo l’11 settembre 2001, impongono agli Stati di rivedere l’organizzazione e la politica di sicurezza. La difficile congiuntura economica e finanziaria, sopravvenuta nel 2008, obbliga i governi a tagli di bilancio, nell’ottica di maggiori risparmi ed efficienze di sistema, attraverso l’uso di strutture e mezzi comuni, e il coordinamento delle forze e dei servizi di sicurezza. Il dibattito sulla militarizzazione della sicurezza, mentre da un lato preoccupa il potere politico e la società civile, sembra essere l’unica risposta in grado di prevenire, e eventualmente intervenire efficacemente, in caso di attacchi e minacce globali. Si tratta di passare da una visione dualistica di sicurezza interna e difesa nazionale, a una visione monistica di national security. Il Portogallo, dopo la difficile fase seguita alla Rivoluzione dei garofani del 25 aprile 1974, che ha posto fine al regime dell’Estado Novo, ha aspettato 10 anni prima di mettere mano all’organizzazione della sicurezza interna, a causa degli abusi perpetrati dalla PIDE/DGS, e questa attesa ha permesso una serie di attentati terroristici tra il 1979 e il 1983. Già nel 1982, i militari sono stati esclusi dalla vita politica del paese, tramite leggi di riforma costituzionale. Alla luce del mutato quadro internazionale, e delle nuove minacce, le Forze Armate chiedono, in vista dell’approvazione dell’8° Revisione costituzionale, che vengano rimossi i paletti che ne impediscono l’utilizzo in caso di crisi, sottraendole altresì alla subordinazione al potere civile. |
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